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I ragazzi che da Sestola sognano il cinema


Se ci seguite sulle nostre pagine social probabilmente vi sarà capitato di esservi imbattuti almeno una volta in un video girato dai Sick Pine Video. Ma vi siete mai chiesti chi cʼè dietro a questo nome? Abbiamo pensato perciò di scrivere un articolo per farvi conoscere meglio Samuele, Marco e Mattia. Un'intervista in cui parleremo di come è nata la loro passione, di come la stanno coltivando e di quali sono le loro ambizioni per il futuro.

Sick Pine Video infatti è un gruppo di ragazzi, nati e cresciuti nel nostro paese negli anni ʼ90, che ha deciso di lavorare con la loro passione: il filmmaking. Hanno iniziato filmando quello che li circondava, il nostro territorio, il passaggio delle nuvole e delle stagioni e i panorami caratteristici e sono arrivati di recente a realizzare il loro primo cortometraggio “Non sono tuo amico”. Il corto, che non è ancora stato rilasciato pubblicamente, ha già partecipato a diversi festival aggiudicandosi un riconoscimento per Miglior Attore Giovane al Best Actor Awards e ottenendo alcune importanti selezioni come quella di semifinalista al Los Angeles Cine Fest e al Dumbo Film Festival di New York, oltre alla nomina all'Assurdo Film Festival.



Ragazzi, la prima cosa che siamo curiosi di sapere è: dove è nato il vostro interesse per il cinema? Avete un ricordo, un luogo o unʼesperienza comune nella vostra infanzia a cui potete ricondurre la vostra passione?


È strano parlarne in questo modo adesso, ma al tempo del nostro primo incontro con la produzione video, e ancora prima, durante la nostra infanzia, il cinema era più che altro unʼoccasione di incontro. In particolare, quando eravamo piccoli il Cinema Belvedere di Sestola era un luogo dove passavamo gran parte dei sabato sera, per lo più per divertirci insieme.

(Marco) “La passione per la realizzazione di video è nata un poʼ per gioco e forse per una ragione abbastanza tecnica: la possibilità data dallo start and stop nella modalità di registrazione video dei telefonini Nokia, molto diffusi allʼepoca, ci permetteva di creare tagli già in fase di ripresa dei nostri video. Così ci divertivamo per lo più a creare piccoli sketch basati sulla scomparsa e ricomparsa o sostituzione di personaggi e oggetti. Tutto

filmato con il cellulare. Con il passare del tempo, io ed Edoardo (Edoardo Giacomelli, ex-membro e co-fondatore di Sick Pine Video, ndr) abbiamo approfondito la pratica e le conoscenze tecniche in campo video. Abbiamo acquistato le prime videocamere digitali (handycam e GoPro) ottimizzando i nostri girati. Abbiamo fatto tutto da autodidatti, divertendoci e cambiando frequentemente le tematiche dei nostri piccoli film”.

(Samuele) “Con Marco, fin da ragazzini, trascorrevamo gran parte del tempo insieme. Ricordo che molte volte nel pomeriggio dopo la scuola, tra un passatempo e lʼaltro, per sopperire alla noia dovevamo inventarci nuove cose da fare. Perciò quello di cui fantasticavamo, e che mancava nel nostro piccolo paese, cercavamo di farlo secondo una nostra dimensione, e di immaginarlo sotto forma di storie. Storie che volevamo raccontare agli altri. Tutto quello che non cʼera, lo dovevamo immaginare. Penso che lì si trovi gran parte dellʼorigine di Sick Pine”.

Da semplice hobby è diventata molto velocemente un cosa più seria. Abbiamo implementato sempre più la nostra attrezzatura. Nel 2014 è nata Sick Pine Video. Sempre più persone venivano da noi e ci chiedevano un video, così abbiamo iniziato a differenziare le nostre competenze e ad interessarci ad un approccio più basato sullo storytelling.

Mattia, classe 1992, è appassionato di fotografia fin dallʼadolescenza, concentrandosi in particolare sulla fotografia sportiva. È lʼultimo arrivato allʼinterno del gruppo Sick Pine, unitosi per dare un supporto fotografico nel cortometraggio Non sono tuo amico nella primavera del 2018.

(Mattia) “L'inserimento all'interno del team di Sick Pine mi ha portato ad una rapida crescita sul lato tecnico. In pochi mesi, mi sono trovato ad approfondire nel dettaglio un mestiere a cui non ero abituato, ma che mi ha subito conquistato. Sul set, il mio compito principale è quello di curare la fotografia, insieme a Marco."

Forse, la passione per il cinema è cresciuta via via e in parallelo con la nostra passione per la produzione video e soprattuto con il desiderio di creare e raccontare storie. Ora, tra le nostre ambizioni cʼè proprio quella di voler fare cinema, e siamo felici di aver prodotto alcuni lavori negli ultimi anni che in qualche modo possono già rientrare in quella dimensione.

Un nostro primo grande desiderio è stato esaudito nellʼottobre del 2018, quando, per la prima volta dopo tanti anni di chiusura, siamo tutti tornati al Cinema Belvedere di Sestola per assistere alla première del nostro primo cortometraggio Non sono tuo amico.

Inutile dire che lʼemozione è stata indescrivibile, e ancora non riusciamo a capire come è stato possibile riempire le sale del cinema.


In questi anni avete realizzato non solo vostri progetti personali ma anche video professionali per aziende, enti, comuni e consorzi di commercianti in occasione di eventi. Per fare questo vi siete giustamente mossi da Sestola per abbracciare lʼAppennino in lungo e in largo. Cosa avete imparato e cosa vi è rimasto da questi lavori?


(Mattia) “Lavorare nel nostro territorio ci ha permesso di valorizzarlo e di scoprire giorno dopo giorno nuove persone, aziende, eventi e storie da raccontare. Questi lavori ci hanno permesso di trovare nuovi contatti ed esplorare realtà sempre differenti che ci hanno messo alla prova sia sul lato tecnico che emotivo. È per noi un grande punto di forza l'adattabilità alla situazione e ci siamo trovati spesso ad affrontare e sperimentare nuove tecniche per mantenere il livello di qualità e di narrazione che ci contraddistingue".

(Samuele) “Quello che abbiamo raccolto sino ad oggi è sicuramente molta esperienza e la voglia di andare ancora più lontano. Abbiamo fatto alcuni lavori in altre province e anche una trasferta in Germania. Sono stati stimoli, da un lato, per voler espandere il nostro mercato e per conoscere altri territori, dallʼaltro mi hanno aiutato a capire di voler raccontare ancora meglio e in modo nuovo ciò che abbiamo qua a casa”.

Grazie ad alcuni progetti attraverso cui abbiamo potuto avviare una collaborazione reiterata, come con VIS Hydraulics, siamo entrati in contatto diretto con realtà molto rappresentative di questo territorio, veri e propri patrimoni, come la produzione di Parmigiano Reggiano DOP, la Casa-Museo Covili, e ancora, attraverso altri lavori, il Comprensorio sciistico del Cimone e il Cimone Bike Park. Contesti su cui ricade lʼimpatto di una comunità molto coesa, di cui ci sentiamo parte e, soprattutto, di cui siamo onorati di contribuire a crearne una Memoria.

(Marco) “Per questo, siamo molto legati alla nostra terra, la curiosità ci spinge a voler scavare nel nostro passato alla scoperta delle nostre radici così come ci proietta ad uscirne, per trovare nuovi spunti e viaggiare anche verso nuove realtà in futuro”.


'Pavullo - a Tribute to our Land'



In una delle vostre ultime realizzazioni, il documentario Frammenti, il vostro lavoro diventa testimonianza di una parte di Appennino che è stata in qualche modo dimenticata, una parte della nostra storia a cui spesso non viene dato

risalto. Quali altre storie o tematiche vi piacerebbe affrontare?

(Marco) Con Frammenti ci siamo resi conto di aver fatto proprio quello, forse involontariamente, e di aver riscoperto ricordi, tradizioni e vite che in qualche modo sono sopravvissuti ad eventi epocali come quelli della Seconda Guerra Mondiale. In particolare, abbiamo avuto la possibilità di comprendere come quei racconti e quel passato costituiscano parte delle radici della nostra comunità, sebbene appaiano dimenticati dai più giovani. Ci piacerebbe creare altre opere simili, raccontando di altre persone e tradizioni, in modo da ricordare e favorire lo scambio e il dialogo tra le generazioni.”

(Samuele) “Sono cresciuto con i miei nonni e con le loro storie, oggi molto spesso quei racconti mi sono utili per affrontare diverse situazioni. Credo sia importante apprezzare i racconti del mondo che non abbiamo vissuto, così per gradire quello in cui viviamo oggi. Il passato è importante per costruire il nostro futuro e per questo penso che sia atto dovuto continuare a raccontarlo”.


Un frame dal cortometraggio Frammenti

Siamo molto affascinati nellʼindagare e raccontare storie di sopravvivenza durante la guerra, fatti di lotta partigiana, creare parallelismi con la vita attuale. Sappiamo che questo territorio è stato teatro di episodi solenni e memorabili. A tal proposito, con la volontà di creare contenuti originali in futuro, abbiamo in programma la registrazione di alcune interviste preliminari a persone che possono ancora offrire un contributo diretto su vicende simili. Inoltre, ci piacerebbe creare una sorta di docuserie, ancora non sappiamo bene quale forma avrà, che possa raccontare tradizioni, situazioni e alcuni dei personaggi unici che contraddistinguono i nostri luoghi e le sue comunità, inglobando diversi contesti, anche dai comuni montani vicino al nostro. Vorremmo sviluppare un progetto collettivo, che coinvolga enti e comuni per poter raccontare con autenticità alcuni aspetti dellʼAppennino di ieri e di oggi.

(Marco) “Cʼè tanta bellezza nel nostro territorio, a noi piace raccontarla. Crescendo, ci siamo resi conto che, attraverso quello che facciamo, quella bellezza può raggiungere occhi che la sanno apprezzare anche da lontano. Abbiamo scoperto che il nostro Appennino non è solo e in parte una zona abbandonata e immersa nella natura, bensì è una terra ricca di Storia, colma di realtà uniche e racconti di vita esemplari.”




“Non sono tuo amico” invece è una storia completamente originale scritta da voi, un cortometraggio thriller ambientato in Appennino. Quale è il messaggio principale che avete voluto trasmettere a chi lo guarda?


Non sono tuo amico è la storia di come la vita spesso ti trae in inganno, inaspettatamente, facendoti capire che il controllo è spesso frutto di unʼillusione. I due protagonisti si trovano e si incrociano involontariamente in una spiacevole situazione, di cui non sono artefici ma che per uscirne saranno costretti a subire conseguenze compromettenti.

(Samuele) “Il messaggio centrale che abbiamo voluto esprimere con questo film è innanzitutto che la sicurezza è unʼillusione, citando una battuta del protagonista “la routine non è una polizza assicurativa contro gli imprevisti!”. La vita può cambiare in dieci minuti e dobbiamo esserne consapevoli. Se ti trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato come reagisci?”.

(Marco) “Credo che un messaggio forte che si è voluto trasmettere con questo progetto sia anche quello da cui siamo partiti, in primis nello scambio di idee con Samuele. Mi riferisco alla volontà di provarci. Provare a partire, pur facendo qualche sacrificio, e unirsi con le persone con cui condividi le stesse passioni per tentare di costruire i propri sogni”.

Mattia e Samuele al lavoro

(Mattia) “È stato un gran lavoro di squadra, non me lo aspettavo, fino a due anni fa possiamo dire che nessuno era un professionista, ma lʼunione delle forze e delle diverse competenze ci ha permesso di raggiungere un bel risultato. Siamo molto soddisfatti. Aggiungo che non è mancato un grande supporto da parte del territorio, in moltissimi hanno creduto in noi. La nostra propositività è stata ricambiata rapidamente e con entusiasmo da molti compaesani. Già allʼinizio della produzione, non abbiamo avuto molte difficoltà a trovare quello che ci serviva: furgoni, pickup, location interne ed esterne e via discorrendo. Ne siamo grati”.

Il cortometraggio sta ora completando il suo percorso di distribuzione festivaliera, ottenendo premi e selezioni in Europa ed Oltreoceano. Per lʼestate, pensiamo di rilasciare il film online e renderlo pubblico, e stiamo valutando, emergenza Covid permettendo, di organizzare una seconda proiezione generale.

A quale progetto state lavorando in questo periodo?

Sorvolando la situazione surreale che stiamo vivendo che è sotto gli occhi di tutti, ma che ovviamente ci ha costretto a dover posticipare diversi lavori e consegne, attualmente abbiamo in cantiere diversi progetti. Tra i maggiori, ci sono due lavori in fase di sviluppo insieme a VIS Hydraulics e soprattutto ci stiamo concentrando sulla pre-produzione del nostro nuovo film, un cortometraggio di circa 20 minuti di cui le riprese sono previste in estate. In questo progetto, stiamo cercando di mettere in campo tutta lʼesperienza raccolta con Non sono tuo amico, già a partire dalla scrittura. Abbiamo intenzione e, questa volta, lʼesigenza, di dare un taglio più professionale al progetto, coinvolgendo persone già radicate nel settore e ampliando il budget del cortometraggio. In questo momento stiamo stringendo accordi e ricercando altri partner produttivi. Sebbene sarà sempre ambientata in Appennino, questa storia si discosta parecchio da quella di Non sono tuo amico. Abbiamo voluto indagare altre tematiche, volendo attingere anche da diversi ricordi ed esperienze della nostra gioventù. Abbiamo terminato la sceneggiatura e stiamo procedendo alla formazione a distanza di un casting. Per la presentazione e la pre- produzione di questo progetto stiamo avviando anche attività collaterali.


Oltre ad essere il set per girare i vostri film, pensate che il cinema possa ritagliarsi un ruolo ancora più attivo nel territorio? Se sì, come?

Molti dei panorami e dei luoghi del nostro territorio sono di una bellezza incontestabile, crediamo che si possano prestare come scenografia di molti film. Oltre a ciò, pensiamo ormai da qualche tempo, grazie anche al nostro recente incontro con la distribuzione nei festival, che sarebbe fantastico e promettente organizzare un evento cinematografico anche a Sestola. Riteniamo che il paese abbia i requisiti giusti per poter ospitare un festival o una rassegna di cinema, in particolare considerando la natura turistica della località e i suoi luoghi storici suggestivi. Sarebbe bellissimo un giorno vedere passeggiare per il paese attori, registi e celebrità e soprattutto poter inserire Sestola e lʼAppennino in un contesto cinematografico di alto livello. Sappiamo però che per creare un percorso che porti a qualcosa di simile, è opportuno agire con molto buon senso e fare prudenti misurazioni. A noi piacerebbe contribuire allʼorganizzazione, nel giro di qualche anno, di una piccola rassegna cinematografica, cominciando magari da un evento di proiezione di titoli che hanno un legame con lʼAppennino o con tematiche connesse, per poi aggiungere forse un concorso per cortometraggi e ampliare il programma. Pensiamo che possa essere unʼidea forte e concreta per il nostro paese, e che crescendo, possa incoraggiare lo sviluppo culturale della zona e sollecitarne il turismo. Naturalmente con lʼappoggio e la co-gestione dellʼAmministrazione Comunale e altri enti turistici e culturali, per noi sarebbe un sogno favorire lʼeconomia territoriale anche attraverso il cinema.




Non possiamo quindi che augurare il massimo della fortuna a questi ragazzi, certi che sentiremo parlare di loro ancora a lungo! Seguiteli sui loro canali social per rimanere aggiornati su tutte le loro iniziative.







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